Dagli ospedali di cemento armato dove vengo a studiare poco
penso che mi basterebbe un'ora di felicità per finire febbraio con un po' di abbrivio
almeno mi vesto bene
almeno ci sento bene
Quando ti chiedo se vuoi venire a pranzo con me e ho paura che prima o poi un lapsus mi faccia uscire dalla bocca prendiamo un aereo che non costi un cazzo e andiamocene in marocco o da qualche parte verso sud o torniamo a barcellona,
io e te che tanto ti penso con la stessa frequenza di quando ti ho davanti
anche quando sei chissà dove ad aspettare chissà chi
ieri notte mi sono addormentato con la faccia sul computer e Pasolini che parlava di sessualità con un contadino calabrese agli inzi deli anni settanta, credo
Andiamo a vivere di nulla nelle città della malavita, a Salonicco, Marsiglia e Barcellona
che qui la maggiorparte della gente mi fa sentire inadeguato e diverso
e tu che chissà dove cazzo sei finita.
Tutte le mie preghiere perchè stanotte una pioggia da telegiornale spazzi questa cazzo di provincia
sarebbe bello starsene lì mentre fuori tutto urla
su tutti i lati di questa nave
e il cielo è finalmente nero non più pieno di stelle
che i cieli stellati hanno definitivamente rotto i coglioni
e quando ti porto a vedere la ferriera pensi che voglia fare colpo su di te
con un a qualche forma di originalità
ma perchè cazzo non senti anche tu che è disperatamente bello
un gigante d'acciaio fumo fuoco e luci arancioni che impazziscono sulla tua retina
come impazziscono le cellule della gente che gli vive attorno
che sembra una città volante che si è schiantata al suolo
che sembra una favola finita male
comunque sempre meglio che un cielo stellato
pieno di stelle anni ottanta
di stelle cadenti che ti sbattono in faccia desideri inutili
di pianeti neoplastici
di inutili stelle comete
che non mi guidano da nessuna parte
di inutili stelle comete come te
come te.
mercoledì 4 febbraio 2009
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