sabato 28 febbraio 2009

Pensando ai vari naufragi

Giuro che ti sto dicendo il falso dico dentro di me,
poi ti dico tieni duro che da qui ti porto via un giorno di questi,
con una convinzione che mi spaventa,
e invece è solo un altro pezzo di me che se ne va
e folgorarmi sulla milano venezia
e i tubi che portano l'acqua a casa mia
e i tubi in cui scorre la metro
e i tubi che portano ossigeno e nutrimento a persone che amo
in reparti dove non c'è alternanza di luce tra giorno e notte
e folgorarmi ancora sulla milano venezia
sempre dando le spalle a milano
e mai guardando mestre negli occhi
che ho gli occhi da sole, scuri
e mi raggomitolo in me
per tornare da te
che è come quando certi fiori sbocciano dopo un inverno di solo freddo
in cima ai monti o in piena Montenapoleone.
Chissà se i miei figli mi assomiglieranno
se saranno egoisti e irrequieti come me
se avranno il mio profilo
sicuramente potranno leggere i miei libri e ascoltare i miei dischi
chissà se anche a loro piaceranno gli aeroporti
ieri notte pensavo che vorrei dipingere una pista d'atterraggio di notte
poi ho pensato che anche a costo di farmi sgridare da un esercito di stewart e hostess
ad ogni decollo ci abbracciamo e ci sleghiamo le cinture e ci leghiamo le mani e i corpi.
Ho voglia di vederti in un sacco di situazioni
perchè pensavo;
pensavo che mi piace la tua reazione
mi stupisce il tuo essere
adoro pensarti con gli occhiali che ridi con il vino in mano
mi taglia come la carta essere lontano
e la sottile gelosia verso il mondo che ti circonda
e assiste al teatro dei tuoi sorrisi
all'armonia dei tuoi movimenti
al suono ascendente delle tue parole
e parli una lingua meravigliosa

chiudo il sipario della tua frangia

luci accese

applausi oceanici.

lunedì 23 febbraio 2009

odio il lunedi

Giulio Giulio
colpi di vento che ti splancano la bocca
i nostri baci cancerogeni
la parte più bella di ogni film è quando io e te facciamo l'amore
su divani non triestini in case sospese
credo che parte del tuo odore mi stia scorrendo nelle vene
e io me ne resto qui con la volgarità di ogni crisi d'astinenza
con il pacchetto in mano e la sensazione di essere stato fregato.
e le Luci A capofitto sulle isole maggiori
e le Luci A picco su i sedili degli aerei
e le luci che ti chiedono ti portarle a vedere il mare
e le Luci A novanta gradi sul marmo bianco
la gelosia retroattiva
previsioni del tempo sballate dai nostri sbalzi d'umore
quando te ne vai le brioche sembrano tutte congelate.
Nei tunnel degli aeroporti sembravamo innamoratissimi
ma forse gli aeroporti sono posti dove sembrano tutti innamoratissimi
ma forse in aeroporto non hai mai il coraggio di dirti che sei innamoratissimo
ma forse è tutto un pensiero inutile perchè oggi è lunedi
e sembra che tu sia a miliardi di millimetri da me

domenica 15 febbraio 2009

limonando con una donna gigante

Quando sono arrivato nel club
coprivi anche la musica dub
alta e grande come un portone
a livello del tuo seno le persone,
dopo aver parlato quanto basta
avevo molte idee nessuna casta,
ti ho baciata in punta di piedi
ti voglio ma forse è meglio se ti siedi,
andiamo da me andiamoci ora
mi hai detto okkei ma non ancora
"esco a fumare una meraviglia
torno e riparte il parapiglia"
esco e faccio i miei conti
poi cado a terra senza sconti,
troppo ubriaco per amarti
ci vuole fisico per domarti
allora con un taxi bianco son fuggito
senza dir nulla son sparito
e ora qui nel mio letto solo e senza compagnia
anche Davide si sentiva così senza Golia?
penso alla mia donna come un ossesso
immagino gigante anche il suo sesso
o paradossalmente un piccolo bocciolo
da coglier con calma ma comunque al volo
forse urla, grida e paroloni
troppo alta anche a carponi,
da solo qui ti penso eccitato
la mano scivola come il Lucio disperato,
e ti cercherò a testa alta
in mille notti alla ribalta
in questa città troppo stretta
conquistare la tua vetta
entrare in te e poi sparire
un continente da scoprire.

venerdì 13 febbraio 2009

RandomizeMe

E stai seduto sopra un trespolo, come un pappagallo di provincia, dici che la nostra generazione l'ha fottuta la comodità e i nostri genitori che non andranno mai in pensione e la nostra idea di futuro che è non fare figli a 40 anni e non farli a trenta e non farli neanche a ventisei,
e la tua nonna diceva in friulano che ci vorrebbero delle guerre
e perderemo tutte le guerre
e perdere tutte le guerre
e perdere tutte le guerre
e perdere tutte le guerre
e perdere tutte le guerre
e anche le chiavi di casa
e dormire in macchina
e svegliarsi nel traffico
e fumare un caffè al bar
magnificamente spettinato.

trevoltedrinepoitastoverde
"ciao G. cosa fai?"
"sto a casa perchè non trovo i pantaloni e non riesco a smettere di sanguinare dai morsi che mi hai dato stronza"
"tipico tuo dire sempre queste cazzate, passi a prendermi per le otto ragazzone? E' pur sempre venerdì"
"solo se ti metti la gonna corta"
"vecchio libertino"
"non sono vecchio"
"già"
"ti aspetto alle otto disastro"
"arrivo alle otto meraviglia"
click




SMS che mi mandi prima di domire:
"ma che giorno balordo non averti vicino è una spina nel fianco, che almeno tu abbia successo, buon san valentino stronzetto "



SMS che ti mando prima di dormire:
" tutta la vita ad inaugurare centri commerciali,
e litigare dopo pranzo su reti nazionali,
san valentino ti lascia cento euro sotto il cuscino
e se ne va lasciandoti il numero di cellulare del vicino"


e continuiamo a non stupirci a vicenda



Santa disgrazia
che abbasseresti il sole come tende da schiacciare
che abbasseresti il sole sul mare per cominciare a bere
un bocca da aprire e un occhio basta per vedere

Sacra tragedia
di essere diversi da tutti
e provarne piacere
lingua lunga per leccare il fondo del bicchiere

Cara sfortuna
che piombi a casa mia alle cinque del mattino
che vorresti solo una tisana e starmi vicino
e invece quando sei sobria non ti passa per la testa
una relazione normale e una faccia onesta





GiulioGiuroCheHoVistoLuciGrandiComeVulcani

giovedì 12 febbraio 2009

Compagno di sbronze

E non per vantarmi ma oggi è una giornata bellissima, c'è un sole che fa vedere tutta la laguna o meglio, golfo, che forse la laguna non è né un termine adatto né un nome che le rende giustizia.
Dio è ubriaco fradicio, io sono sobrio fradicio, entriamo in macchina e mi tolgo le scarpe per non sporcare il pavimento lui sceglie la musica, fuma, sigarette col braccio fuori, io no , non fumo, fumo solo quando bevo e oggi non ho bevuto, lui sì, e canta una vecchia canzone dei Diaframma.
Quando anni fa ho cominciato ad ascoltare i Diaframma non immaginavo che piacessero anche a Dio, per lo meno non immaginavo che gli ascoltasse anche lui insomma.
Se lo sapesse Federico.
Poi gli parlo un po' di te, andando su verso i colli che si vede tutto il mare, gli dico che mi fai male quando ti penso, chè in realtà non ti penso mai ma ti immagino spesso, ad esempio so che oggi è una giornata in cui ha pranzato sull'erba fuori dal tuo lavoro, e che mi vengono in mente mille cose così al giorno e queste mi feriscono sottilmente, paradossalmente.
Lui sembra non ascoltare.
Forse seccato perchè ho abbassato il volume dello stereo.
In realtà penso, se vuole la musica più alta non deve far altro che desiderarlo e questa si alzerà, quindi non mi sento in colpa più di tanto.
Gli racconto che tra un po' te ne andrai via da questa città e che la cosa più furba che ho saputo fare è allontanarti da me, allora lui si gira mi guarda e mi sorride come una presa in giro e da dietro gli occhiali da sole mi sussurra "coglione".
Poi gli racconto tutto, tanto è abituato, ci passiamo la terza bottiglia di fragolino e guido per il carso illuminato a luci chiarissime, parlo di te e di noi dalla prima volta che abbiamo scopato ubriachi e fatti a casa dei miei genitori, quando ti ho convinta a partire con me e il mio migliore amico e ad andare dall'altra parte del Nord con la tua macchina e che a convincerti non ci è voluto nulla, delle mille volte che ti ho fatto piangere e delle mille volte che poi hai pianto, di quanto hai riso e di tutto quello che abbiamo mangiato, gli aerei presi, i libri prestati, la musica nuova uscita dalle casse e io che finivo sempre dentro di te in ogni via e in ogni notte fino all'ultima volta che hai chiuso la porta di casa, piano per non svegliarmi, e non sbattendola come da copioni.
Finito tutto il racconto e la bottiglia, Dio si gira verso di me mi guarda abassa la musica mi guarda negli occhi dritto e tutto il mondo si ferma così come il sangue nelle mie arterie, ma non sto male, solo aspetto e il volto mi viene caldo come sole di pomeriggio, insomma si gira e con un alito di alcool e tabacco mi guarda e mi dice:
"Accosta che devo pisciare"

Accosto lui scende si mette a fare pipì contro un muretto a secco.
Io penso che mi piacerebbe vedere il pisello di Dio
ma non sbircio
metto su un'altra canzone e mi accendo una sigaretta
e penso che vorrei stenderti qui e fare l'amore selvaggiamente
poi mi viene in mente il tuo viso mentre facciamo sesso
una fitta nel fianco
la porta si richiude
"andiamo"
credo di essere simpatico a Dio
ma forse comincio ad essere alticcio e a sopravvalutarmi
come al solito.

mercoledì 4 febbraio 2009

I re magi all'autogrill

Dagli ospedali di cemento armato dove vengo a studiare poco
penso che mi basterebbe un'ora di felicità per finire febbraio con un po' di abbrivio
almeno mi vesto bene
almeno ci sento bene

Quando ti chiedo se vuoi venire a pranzo con me e ho paura che prima o poi un lapsus mi faccia uscire dalla bocca prendiamo un aereo che non costi un cazzo e andiamocene in marocco o da qualche parte verso sud o torniamo a barcellona,
io e te che tanto ti penso con la stessa frequenza di quando ti ho davanti
anche quando sei chissà dove ad aspettare chissà chi

ieri notte mi sono addormentato con la faccia sul computer e Pasolini che parlava di sessualità con un contadino calabrese agli inzi deli anni settanta, credo

Andiamo a vivere di nulla nelle città della malavita, a Salonicco, Marsiglia e Barcellona

che qui la maggiorparte della gente mi fa sentire inadeguato e diverso

e tu che chissà dove cazzo sei finita.


Tutte le mie preghiere perchè stanotte una pioggia da telegiornale spazzi questa cazzo di provincia

sarebbe bello starsene lì mentre fuori tutto urla

su tutti i lati di questa nave

e il cielo è finalmente nero non più pieno di stelle

che i cieli stellati hanno definitivamente rotto i coglioni

e quando ti porto a vedere la ferriera pensi che voglia fare colpo su di te
con un a qualche forma di originalità

ma perchè cazzo non senti anche tu che è disperatamente bello
un gigante d'acciaio fumo fuoco e luci arancioni che impazziscono sulla tua retina
come impazziscono le cellule della gente che gli vive attorno
che sembra una città volante che si è schiantata al suolo
che sembra una favola finita male

comunque sempre meglio che un cielo stellato

pieno di stelle anni ottanta
di stelle cadenti che ti sbattono in faccia desideri inutili
di pianeti neoplastici
di inutili stelle comete
che non mi guidano da nessuna parte
di inutili stelle comete come te
come te.